Nello scantinato sotto la Loggia dei Lanzi c’è anche una grande cassa di legno che richiede molta attenzione: contiene la Pietà di Michelangelo, quella che l’artista aveva fatto per la propria tomba e che poi, mutato parere, cedette a Francesco Bandini per la sua villa. Era nella cappella di sinistra dietro l’altar maggiore del Duomo dal 1722 e noi ce la riportiamo. Poi però le faremo fare una passeggiata per Firenze: Filippo Rossi la vuole pulire in un luogo più comodo per spazio e luce e vuole studiare l’eventualità di dare alla statua, sempre nella stessa cappella della cattedrale, un diverso orientamento per una più favorevole presentazione.
Il luogo scelto per il restauro è l’Accademia di via Ricasoli e il trasporto avviene il 22 maggio 1946 con il solito carro a cavalli, e con molta lentezza. All’Accademia la mettiamo su una base di mattoni che avevamo predisposto in anticipo. Poi viene costruita una base girevole dove la statua viene issata per studiarla meglio.
Doveva restarci un paio di settimane, invece l’attesa si protrae per tre anni. L’Opera del Duomo tempesta la Soprintendenza di lettere di sollecito, il 1° agosto 1946, poi il 30 settembre, quindi il 4 marzo 1947. Una settimana dopo il presidente scrive anche al Prefetto perché intervenga presso il ministero.
Il 27 marzo 1949 finalmente si fa il cammino inverso, turisti e fiorentini stupiscono a vedere l’opera di Michelangelo a spasso per il centro. Per farle salire i gradini del Duomo, proprio davanti al Battistero, ci vogliono diverse ore. E alla fine il pesante gruppo di marmo torna nella cappella ma in una diversa posizione, perché il pubblico possa godere meglio del capolavoro.