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I LIGNEI FIRMAMENTI
Eike D. Schmidt e Claudia Conforti
È la prima volta che il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi dedica una mostra a un singolo elemento costruttivo dell’architettura. I soffitti lignei a lacunari, oggetto dell’esposizione, sono infatti una componente integrante degli edifici, sia sotto il profilo funzionale che costruttivo. Il soffitto protegge gli ambienti e lega le pareti, assicurando la fermezza della fabbrica, tanto che Alberti lo definisce l’arma che difende l’edificio dagli assalti del tempo: tanto che il crollo del soffitto segna la morte di un edificio.
Il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi custodisce numerosissime testimonianze grafiche relative ai soffitti, soprattutto rinascimentali, alla loro costruzione e al loro ornamento. Di questo imponente patrimonio è stata operata una selezione mirata e integrata da fogli dal Louvre, dal Museo Nazionale di Stoccolma, dalla Biblioteca di Storia dell’Arte e di Archeologia, dal Museo di Roma, dagli Archivi di Stato di Roma e di Firenze. La scelta è dettata dalla volontà di ricomporre l’antica unità ideologica e pratica delle Arti figlie del Disegno (secondo la definizione di Vasari), che la moderna specializzazione disciplinare ha separato, fino a renderle reciprocamente estranee.
La mostra illustra con la bellezza e l’intima parentela delle opere esposte quanto sia riduttiva e fuorviante l’identificazione del soffitto con le sue, pur indiscutibili, funzioni tecnico-costruttive. Figlia della cultura funzionalista, che correda la civiltà industriale, questa identificazione ignora le gagliarde potenzialità figurative e narrative, che hanno contrassegnato la storia dei soffitti lignei a lacunari (una storia che solo ora si sta cominciando a scrivere) e che la mostra documenta con affascinante prodigalità. Nel Rinascimento pittura e scultura erano saldate all’architettura. Questa, in quanto allegoria plastica del potere e del rango, reale o atteso, fu il tramite dei messaggi più evidenti e persuasivi affidati alla pittura e alla plastica. I soffitti erano veicoli particolarmente efficaci per la loro posizione immanente e visibile da ogni parte della stanza e perfino, attraverso le alte finestre, dalle strade e dalle piazze prospicienti.
La mostra, e gli studi che l’hanno preceduta, si focalizzano sulla doppia natura del soffitto: fondamentale elemento costruttivo e potente tramite figurativo. Disegni tecnici, di ornato e di figura; modelli, dipinti e altri manufatti, preziosi e poco conosciuti, illustrano il carattere polisemico e polimorfico dei soffitti lignei. La loro versatilità decorativa fu sfruttata fin dai tempi remoti, come provano i monumenti classici, dal Partenone al Pantheon: tuttavia in questi e in altri innumerevoli esempi si tratta di cassettonati lapidei o di calcestruzzo. Fino a pochi decenni orsono non si conoscevano reperti lignei che confermassero l’uso negli edifici romani di soffitti a lacunari in legno, pur testimoniato ripetutamente dalle fonti letterarie (Plinio, Vitruvio, Seneca con Lettere a Lucilio).
Per la prima volta viene esposto al pubblico un rarissimo lacunare ligneo di età romana, che conserva ancora tracce di colore, di recente scoperto a Ercolano nell’ambito dell’Herculaneum Conservation Project, promosso dalla Fondazione Packard, di concerto con la locale soprintendenza archeologica. Il mondo antico e il suo ruolo di modello per la rinascita delle arti sono testimoniati in mostra da magistrali disegni di artisti, prevalentemente toscani, che ritraggono gli spartimenti a stucco e pittura degli ambienti della Domus Aurea e di altri insigni monumenti classici a Roma, a Tivoli e a Baia. Il Rinascimento nei soffitti si annuncia in mostra con i colori e gli ornati classici di un portentoso lacunare quattrocentesco in castagno, appositamente restaurato, intagliato dal fiorentino Giovannino de’ Dolci per il Salone del mappamondo di palazzo Venezia, su incarico dal papa veneziano Paolo II Barbo, le cui insegne sono scolpite sull’intradosso.
La mostra è impreziosita dalla magistrale sapienza grafica che contrassegna i disegni per soffitti di Michelangelo, Peruzzi, Giuliano e Antonio da Sangallo il Giovane, Vasari, Salviati, ai quali si aggiunge, con pari dignità, un magnifico disegno di Carlo Maderno. I progetti dei soffitti mentre combinano fantasiose geometrie con le esigenze costruttive e statiche, declinano figure e ornamenti capaci di suscitare emozioni, di accendere processi di memoria e di riconoscimento, non diversamente da ogni opera d’arte. Se i disegni esposti sono in grandissima maggioranza di artefici fiorentini e toscani, le opere a cui essi si riferiscono si trovano nella gran parte a Roma. Il dato assevera quanto l’azione dei toscani sia stata decisiva nella costruzione dell’identità artistica e dell’immagine urbana della Roma dei papi, la capitale europea, dove si creavano (e si distruggevano!) le reputazioni degli artisti e le fortune degli impresari, tra i quali Antonio da Sangallo il Giovane spicca per versatilità creativa e oculatezza imprenditoriale.
La polisemia e l’ambivalenza del lacunare incontrano la modernissima sensibilità dell’artista cinese Wu Yuren, che si applica alla costruzione analitica di un doppio lacunare (concavo e convesso), risplendente d’oro: cellula germinale di quei soffitti che da millenni proteggono la casa di Adamo.
La seducente attualità dei lacunari dipinti è evocata dall’opera di Claudio Parmiggiani, chiamato a reintegrare i cinquecenteschi quadri perduti degli Amori di Giove che ravvivavano la camera del cardinale Ferdinando de’ Medici nella villa pinciana.
La sapienza architettonica antica e la creatività moderna si legano così in un unico discorso filante, ribadendo l’incanto eterno dei cieli costruiti per gli spazi dell’uomo.