Palazzo del Governatore, a fine settembre una grande mostra internazionale dedicata a Giorgio Morandi e Josef Sudek
Purtroppo per motivi che non conosco, questo splendido progetto di mostra con opere di Morandi e di Sudek non è stato mai realizzato. Ma l’idea è formidabile e mi auguro che un futuro non lontano qualcuno lo riprenda…
(Paolo Pianigiani)
Le straordinarie opere di due grandi artisti come Giorgio Morandi e Josef Sudek saranno al centro della prossima grande mostra di Palazzo del Governatore, in programma per fine settembre. Dopo i significativi successi ottenuti grazie alle mostre “Nove100” (oltre 42 mila visitatori) e “Naufragio con spettatore” (oltre 11 mila visitatori), l’attenzione sarà puntata su uno dei più grandi protagonisti della pittura del secolo scorso affiancato da un altro altrettanto grande artista, un fotografo, di fama internazionale, forse non ancora adeguatamente noto al grande pubblico.
L’esposizione, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Parma, ha come curatore scientifico il professor Pier Giovanni Castagnoli, già docente di storia dell’arte contemporanea all’Università di Bologna, nonché direttore di prestigiose gallerie d’arte, quali la Galleria Civica di Modena, la galleria d’arte di Bologna e la galleria d’arte moderna di Torino. Stefania Aluigi affiancherà Castagnoli nell’organizzazione della mostra.
Un’esposizione che, oltre a celebrare le intime corrispondenze tra due grandi artisti del secolo scorso, che in vita non si conobbero mai, e a celebrare uno dei grandissimi dell’arte internazionale del Novecento come Giorgio Morandi, punta a valorizzare anche in Italia l’opera di Josef Sudek: un fotografo capace, anche stando alla finestra del suo studio praghese, a raccontare in modo intensamente poetico e originale, attraverso il paesaggio e gli oggetti che lo circondavano, la vita nelle sue mille sfaccettature.
Questo, in breve, il profilo dei due grandi artisti, che, accostati per la prima volta, offriranno un quadro non privo di analogie e dotato di grande originalità e interesse.
GIORGIO MORANDI (Bologna, 20 luglio 1890 – Bologna, 18 giugno 1964) – E’ uno dei più significativi protagonisti della pittura italiana del Novecento ed è considerato tra i maggiori incisori mondiali del secolo. In un primo tempo espone con i futuristi, diventando nel 1918 uno dei massimi interpreti della scuola metafisica con Carrà e de Chirico, periodo terminato nel 1919.
Nel 1920 si accosta al gruppo “Valori Plastici”, recuperando nelle sue opere la fisicità delle cose. In seguito intraprende una via personalissima, ma sempre calata nella realtà del mondo e delle cose. La sua prima esposizione personale avvenne nel 1914, dove si può riscontrare la forte influenza di Cezanne, pittore fondamentale per la sua formazione artistica. La fama di Morandi è legata alle nature morte e in particolare alle “bottiglie”.
I soggetti delle sue opere sono quasi sempre cose abbastanza usuali; vasi, bottiglie, caffettiere, fiori e ciotole che, composti sul piano di un tavolo, diventano i veri protagonisti della scena. La sua opera si compone anche di ritratti e paesaggi.
Usare pochissimi colori è una sua particolare caratteristica, che lo rende poetico e surreale e anche se non particolareggiava i suoi soggetti, si può notare come essi non perdano di realismo. Di grande importanza nel lavoro di Morandi sono le acqueforti, eseguite da autodidatta che risolvono poeticamente molti problemi espressivi del mezzo impiegato (riduzione da wikipedia.it).
JOSEF SUDEK (Kolin, 1896 – Praga, 15 settembre 1976) – La sua ricerca fotografica inizia negli anni ’20 e dura per tutta la vita. Josef Sudek diventa apprendista fotografo a quattordici anni nello studio di una lontana parente.
Nel corso della prima guerra mondiale viene ferito al braccio destro, che gli verrà amputato. Passa la convalescenza nell’ospedale per reduci di guerra di Praga, dove esegue una toccante serie di fotografie.
Nel 1924 fonda la Società di fotografie ceca. In quegli stessi anni scopre i fotografi americani. Dal 1924 al 1928 segue i lavori di ricostruzione della cattedrale di San Vito a Praga. Nell’ottobre del 1932 apre la sua prima mostra personale a Praga.
Nel 1940 scopre la stampa per contatto; torna alle nature morte, all’intimità del suo giardino e degli anni più cari; usa apparecchi di grande formato; continua a scattare fotografie di Praga e del suo Castello. Intorno al 1950 usa la grande macchina panoramica Kodak del 1894, ottenendo immagini del formato di 10 x 30 cm.
Nel 1961 consegue il premio di artista emerito dal governo ceco. Le sue opere sono esposte all’Ovest per la prima volta nel 1974 alla George Eastman House.
Fotografo atipico, di carattere schivo e timido, è definito “uno dei più misteriosi fra tutti i grandi fotografi”. Pur non rinunciando a differenti percorsi fotografici, è particolarmente apprezzato per i paesaggi e i suoi scatti intimisti: noti quelli dedicati al suo studio. La sua poetica è vicina a quella di Morandi, anche se i due non si sono mai conosciuti: quello che ha realizzato l’uno nella fotografia, l’altro l’ha espresso nella pittura. Il fotografo è chiamato anche “il poeta di Praga” per il suo sguardo profondo.
DICHIARAZIONI
“Prosegue – afferma il Sindaco Pietro Vignali – il positivo percorso dedicato all’arte contemporanea, che ha registrato già ottimi risultati con le mostre che si sono tenute a Palazzo del Governatore. Questo è il segno di una città che non solo valorizza la sua notevole tradizione culturale, ma vuole allo stesso tempo investire sulla contemporaneità e sul futuro: la mostra dedicata a Morandi e Sudek rientra, certamente, in questa nuova prospettiva”.
“Siamo molto soddisfatti – spiega l’Assessore alla Cultura Luca Sommi – perché la città ha capito l’investimento del Comune su Palazzo del Governatore, che ha aperto una pagina nuova nella cultura a Parma. Anche questa mostra, che presenta due artisti accomunati da una simile poetica, segue la filosofia che ci siamo imposti in questi anni: non è importata da altri centri, ma nasce qui, caratterizzandosi dunque per la sua unicità”.
“Ringrazio il Comune per l’opportunità di collaborare a questo importante progetto: – spiega il professor Castagnoli – la mostra presenterà due artisti, che, al di là delle differenze, presentano anche significative analogie; l’accostamento, dunque, appare felice e offrirà stimolanti spunti per l’approfondimento e una migliore comprensione dell’opera di entrambi”.