L’eredità fotografica di Vermont Life
di Stephanie Greene
da: https://www.vermontpublic.org
Traduzione di Andreina Mancini
Nel 1961 Bullaty e Lomeo pubblicarono un servizio fotografico dedicato ad alcuni bambini che festeggiavano le gioie della primavera.
Il Vermont Life Magazine fu fondato nel 1946 per attirare visitatori illustrando la cultura e le bellezze naturali dello Stato.
Grazie ad articoli poetici e a fotografie straordinarie, la rivista suscitò un sentimento nostalgico in tutto il Paese. Nel 1970 aveva 100.000 abbonati, il 90% dei quali fuori dallo Stato.
I decenni tra il 1945 e il 75 furono un’epoca d’oro per la fotografia americana, anche grazie alle riviste nazionali Life e Look. Anche il Vermont Life Magazine si avvalse di quella ricchezza di talenti.
I miei genitori erano gli scrittori ed editori del Vermont del Sud Stephen e Janet Greene, che per tre decenni scrissero per la rivista. In quegli stessi anni, la rivista ospitò il contributo di molti fotografi eccezionali, a mio parere di tre in particolare: Neil Priessman e la coppia Bullaty-Lomeo.
Neil era nostro amico e vicino di casa, un signore elegante e riservato con un senso dell’umorismo estremamente sottile. Cuoco eccellente e viaggiatore in tutto il mondo, si intratteneva spesso con la mia famiglia, tirando fuori di tanto in tanto le foto dei suoi viaggi. Da bambina, mi piaceva andare a trovarlo perché sembrava che avesse una riserva quasi magica di gattini.
Sonja Bullaty e Angelo Lomeo erano fotografi straordinari, che hanno pubblicato sulle riviste Life e Time, esposto al Metropolitan Museum di New York e all’International Center of Photography. Sonja e Andy erano spesso nostri ospiti e ricordo che scattavano costantemente fotografie. Era particolarmente piacevole stare vicino a Sonja, una presenza sorridente e gentile mentre continuava a fare foto.
Molto tempo dopo seppi che era figlia di un importante banchiere ebreo di Praga, alla quale i genitori avevano regalato una macchina fotografica quando a 14 anni era stata costretta a lasciare la scuola a causa dell’invasione nazista della Cecoslovacchia. Sonja fu l’unica della famiglia che sopravvisse ai campi di concentramento. Una volta disse: “Celebro la vita e la bellezza proprio perché ho visto tanto dolore e tanto orrore”. Arrivata a New York nel ’47, conobbe Andy, un newyorkese, con il quale iniziò a lavorare, finché nel ‘51 si sposarono.
Nel 1961 pubblicarono un servizio fotografico che ritraeva un gruppo di noi, da bambini, mentre festeggiavamo l’arrivo della primavera rincorrendo una palla, facendo la lotta e saltando la corda.
È un onore per noi che quel momento sia stato immortalato da artisti come loro.
L’eccezionale fotografia pubblicata in Vermont Life ha contribuito a creare la fama dello Stato facendone conoscere le bellezze naturali, contribuendo anche a suscitare il desiderio di preservarle.