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Museo di San Marco inaugura la nuova sala del Beato Angelico

La Direzione regionale musei della Toscana inaugura al Museo di San Marco
la nuova “Sala del Beato Angelico”
interamente riallestita grazie al contributo dei Friends of Florence

 

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La sala, già nota come Sala dell’Ospizio, riunisce la più importante raccolta al mondo di opere su tavola del
Beato Angelico.
Con questo prestigioso intervento si chiudono idealmente le celebrazioni per i 150 anni del Museo, avviate
nell’ottobre 2019.

La Direzione regionale musei della Toscana del Mibact inaugura in diretta streaming sulla pagina
Facebook del Museo di San Marco la nuova “Sala del Beato Angelico” del Museo di San
Marco, interamente riallestita grazie a Friends of Florence. Questo prestigioso intervento
chiude idealmente le celebrazioni per i 150 anni del Museo, dopo la presentazione nello
scorso anno dei restauri dei capolavori del Giudizio Universale e della Pala di San Marco.
La nuova denominazione del vasto ambiente realizzato nel 1918-1921 e chiamato in maniera
impropria “Ospizio dei Pellegrini”, poi più semplicemente “Ospizio”, conferma una componente
basilare delle origini del celebre museo fiorentino, fondato nel 1869, quella cioè di museo
consacrato all’arte del Beato Angelico. Anche nella percezione dei visitatori italiani e stranieri, il
Museo di San Marco è indissolubilmente associato alla figura e all’opera del Beato Angelico, padre
fondatore del primo Rinascimento fiorentino.

La rinnovata esposizione dei capolavori della sala torna ad offrire al pubblico la selezione più
importante al mondo delle opere di una delle personalità più alte e affascinanti della storia dell’arte
ma soprattutto ripropone l’incanto stupefacente della qualità sublime che traspare dai suoi dipinti
su tavola: un disegno al contempo netto e raffinato, sul quale s’innesta una stesura pittorica che, in
particolare dalla fase della prima maturità in avanti, tocca vertici insuperati di delicatezza e
trasparenza pittoriche.

Il nuovo allestimento, finanziato generosamente dai Friends of Florence, cambia
radicalmente quello realizzato nel 1980 dall’allora direttore Giorgio Bonsanti, grazie alle
nuove strutture, alla raffinata cromia e ad una illuminazione tecnologicamente aggiornata.
Le opere seguono oggi una coerente successione cronologica, esaltando anche la
relazione armonica delle loro dimensioni entro gli spazi della sala.

E’ una esposizione monografica ineguagliabile, che presenta 16 straordinari capolavori del
pittore e frate domenicano, dalle tavole più monumentali, come la Deposizione di Cristo per la
cappella Strozzi in Santa Trinita a Firenze, la pala di Annalena e la grandiosa Pala di San Marco,
con le parti superstiti sfuggite alla dispersione, e il Tabernacolo dei Linaioli, ai dipinti di dimensioni
minori, come le tavole dell’Armadio degli Argenti, le raffinatissime predelle e i reliquari. Il
Compianto sul Cristo morto è stato inoltre oggetto in questa occasione di un intervento di riordino
estetico della parte inferiore, già celata da una sagoma oggi rimossa.

Nella sala mancano ancora la Pala di Bosco ai Frati, attualmente in restauro sempre grazie al
prezioso sostegno di Friends of Florence, ed il Polittico francescano, anch’esso in restauro presso
l’Opificio delle Pietre Dure.

 

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“L’inaugurazione della Sala del Beato Angelico, è un momento fondamentale della vita e della
storia del Museo di San Marco – afferma Stefano Casciu, direttore regionale musei della
Toscana. Grazie alla disponibilità sempre entusiastica dei Friends of Florence e di tutti i donatori
che tramite loro hanno contribuito con grande generosità dagli Stati Uniti, è stato possibile
rinnovare radicalmente l’esposizione delle opere su tavola del Beato Angelico. In questa sala è
riunita la raccolta più importante al mondo di opere mobili dell’artista, nel contesto dell’antico
convento domenicano legato strettamente ai Medici, che ne furono i mecenati assoluti. San Marco
è il cuore pulsante del primo Rinascimento fiorentino, non solo dal punto di vista artistico ma anche
storico e religioso.

La proposta del nuovo allestimento è nata, ed è stata avviata, pur ormai
nell’emergenza sanitaria, sotto la direzione di Marilena Tamassia, che ringrazio per tutto il lavoro
svolto a favore del museo e delle sue collezioni, e si è conclusa con la direzione di Angelo
Tartuferi, che si è speso per portare a termine nel modo migliore possibile, col supporto
determinante dell’architetto Andrea Gori, questo allestimento, tappa miliare per San Marco, per
tutto il sistema museale riunito sotto la Direzione regionale musei della Toscana, ma anche per la
città di Firenze. Un grazie profondo quindi a Simonetta Brandolini d’Adda, presidente di Friends of
Florence, per la sua sensibilità e la grande amicizia dimostrata ormai da tempo a questo museo,
ma anche ad altri musei della Direzione regionale della Toscana; ai progettisti Maurizio De Vita e
Ulrike Schultze, per il bellissimo progetto portato avanti con grande attenzione e disponibilità verso
le varie esigenze e gli adattamenti che si sono via via resi necessari; e naturalmente a tutti coloro
che a vario titolo hanno prestato la loro opera per raggiungere questo splendido risultato”.

 

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“Il nuovo allestimento – sottolinea Angelo Tartuferi, direttore del Museo di San Marco – riporta
alla ribalta internazionale l’incomparabile nucleo di dipinti angelichiani, finalmente con
un’illuminazione adeguata, che sono convinto susciterà la meraviglia anche da parte degli studiosi.
La visita è arricchita nei contenuti da didascalie e pannelli in italiano e in inglese, che presentano
anche le ricostruzioni dei complessi pittorici originari, illustrando le loro parti oggi conservate in altri
musei in Italia e all’estero. Questi apparati offrono quindi al visitatore più attento anche la misura
della notevole dispersione che purtroppo ha interessato la vasta produzione del grande maestro”.

 

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“Il museo di San Marco è sempre stato un luogo molto speciale per Friends of Florence, un’oasi di
pace di serenità nel centro della città .- sottolinea Simonetta Brandolini d’Adda Presidente di
Friends of Florence – In passato abbiamo realizzato diversi progetti di restauro dentro il museo:
gran parte del Chiostro di Sant’Antonino, poi il bellissimo affresco della Crocifissione e Santi del
Beato Angelico nella Sala Capitolare. Adesso tutti potranno vedere le opere della Sala del Beato
Angelico con un nuovo allestimento che esalta la maestria dell’artista in modo straordinario.
Un’opera manca ancora nella Sala: si tratta della Pala di Bosco ai Frati, ora in restauro grazie a
due benefattori di Friends of Florence, che sarà ricollocata qui l’anno prossimo quando uscirà dallo
studio di Lucia Biondi. Vorrei ringraziare il Direttore regionale musei della Toscana Stefano Casciu,
il Direttore del Museo di San Marco Angelo Tartuferi, il progettista di questa bellissima sala
Maurizio De Vita con il suo studio De Vita & Schulze Architetti e tutti coloro che hanno lavorato a
questo nuovo allestimento. Desidero soprattutto ringraziare i nostri donatori, sempre innamorati di
Firenze, generosi e impegnati. Senza di loro non potremmo realizzare i nostri progetti”.

 

La Sala del Beato Angelico, lato Deposizione di Santa Trinita, Foto di Antonio Quattrone

 

La nuova esposizione delle opere nella “Sala del Beato Angelico”

Entrando nella sala, la parete sulla destra, dalla quale il visitatore può iniziare il suo percorso, è
occupata dalla grandiosa Deposizione dalla Croce eseguita per la cappella di Palla Strozzi, e
attigua alla sacrestia della chiesa di Santa Trinita a Firenze, dipinta entro il 1432. L’opera fu infatti
cominciata da Lorenzo Monaco, l’artista più importante – con Gherardo Starnina – per la
formazione stilistica del Beato Angelico, che la portò a compimento dopo la morte del frate
camaldolese, variandone completamente l’impostazione iconografica e stilistica. Dal punto di vista
cronologico l’ideale percorso di visita si avvia lungo la parete di fronte all’ingresso, con la pala di
san Pietro Martire e il più famoso Giudizio finale, dipinto per la chiesa del convento camaldolese di
Santa Maria degli Angeli a Firenze, fino all’importante trittico per la Compagnia di San Francesco
in Santa Croce, ultimato intorno al 1430 (in corso di restauro presso l’Opificio delle Pietre Dure).
Da qui in avanti la visita può procedere anche in parallelo sulle due pareti. Quella di sinistra offre al
principio la vista della pala di San Marco (lodatissima dal Vasari) e delle altre parti rimaste in loco.
Il grandioso complesso fu dipinto negli anni 1438-1440 per l’altar maggiore della chiesa di San
Marco, ed è stato restaurato recentemente dall’Opificio. Sulla destra si prosegue con la
fondamentale pala di Annalena, dipinta verosimilmente per la cappella Medici nella chiesa di San
Lorenzo a Firenze intorno al 1435, fronteggiata sull’altra parete dalle tavole superstiti della
copertura dell’Armadio degli Argenti, un tempo nella chiesa della Santissima Annunziata a Firenze;
un altro celeberrimo ciclo pittorico della fase matura dell’artista (1450-1452) su commissione di
Piero dei Medici.

 

La Sala del Beato Angelico, lato Tabernacolo dei Linaioli. Foto Antonio Quattrone

 

Proseguendo sulla destra si incontrano le tre teche che contengono i raffinati
reliquiari eseguiti in tempi diversi per la chiesa di Santa Maria Novella a Firenze e, subito dopo,
un’altra teca che consente di ammirare i due tondi con la Crocifissione e l’Incoronazione della
Vergine, dipinti nel quinto decennio del Quattrocento, ripresentati nella loro situazione originale
come due facce di un’unica tavola, separate poi in epoca imprecisata. La parete sinistra si
conclude con un’altra pietra miliare nel percorso dell’artista, la pala di Bosco ai Frati, dal convento
francescano osservante di San Bonaventura in Mugello, dipinta nel 1450-52, (oggi in restauro,
curato da Lucia Biondi, grazie ad un ulteriore finanziamento dei Friends of Florence).
La parete destra si conclude invece con altri tre esemplari di momenti diversi dell’attività
dell’Angelico. Il primo è la preziosa tavoletta con L’imposizione del nome al Battista, elemento di
una predella che tuttora non è possibile ricondurre ad una determinata pala, datata entro il 1430. Il
secondo è rappresentato dalle due Storie della Vergine ritenute generalmente la predella della
paradisiaca Incoronazione della Vergine dipinta verso il 1440 per la chiesa di Sant’Egidio a
Firenze, oggi alle Gallerie degli Uffizi.

Conclude la parete destra la grande tavola raffigurante il Compianto sul Cristo morto (1436-1441)
per Santa Maria della Croce al Tempio a Firenze, pagata all’artista almeno in parte in natura, con
sessanta staia di grano, che avranno certamente fatto felici i confratelli del pittore a San Marco!
Dal dipinto è stata rimossa la mascheratura ondulata che ne occultava la parte inferiore, arrivata a
noi gravemente compromessa dai guasti del tempo, apposta nel corso di un intervento di restauro
effettuato settant’anni or sono dall’Istituto Centrale del Restauro a Roma. Oggi Rossella Cavigli,
restauratrice della Direzione regionale musei della Toscana, ha riordinato la parte finora celata con
accorte integrazioni, ben percepibili e, soprattutto, reversibili.

Domina la parete di fondo prima dell’uscita il magnifico Tabernacolo dei Linaioli, racchiuso entro la
splendida cornice marmorea disegnata dal Ghiberti, dipinto dall’Angelico nel 1433-34, allora il
pittore più importante della città.
Avendo deciso di riservare la sala rinnovata alle sole opere del Beato Angelico, la Madonna col
Bambino in trono e angeli dell’allievo Zanobi Strozzi, già qui esposta, è stata trasferita nella
Biblioteca di Michelozzo, vicino ad altre sue opere.

 

Da sinistra: Stefano Casciu Direttore Regionale musei della Toscana, Simonetta Brandolini d’Adda Presidente Friends of Florence, Angelo Tartuferi Direttore Museo di San Marco di Firenze. Foto Antonio Quattrone

 


Ufficio stampa

Opera Laboratori Fiorentini – Civita
Andrea Acampa, tel. 055 290383, cell. 3481755654,a.acampa@operalaboratori.com
Friends of Florence

Elisa Bonini, cell. 333 6729563, elisaboniniitaly@friendsofflorence.org

Direzione regionale musei della Toscana – Ufficio comunicazione e promozione
Fabrizio Vallelonga, cell. 3334764069, fabrizio.vallelonga@beniculturali.it
in collaborazione con Paola Pace, paola.pace@beniculturali.it

 


 

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